I riverberi della memoria. Intervista a Federico Mastrodomenico – BOOKSWORLD

 


I riverberi della memoria. Intervista a Federico Mastrodomenico

Presentazione del libro e intervista all’autore

Nelle pagine di “I Riverberi della Memoria”, pare che l’autore scriva svincolandosi umoristicamente dai ricordi spiacevoli. Le tematiche filosofiche di tale romanzo, sostanzialmente psicologico, inglobano concetti teologici. L’artistica creatività inficia nemmeno le teorie innovative, riguardanti l’altamente funzionante autismo che egli vive senza rinunciare a esporle. Nel finale di quest’opera ambientata nell’aldilà, Federico Mastrodomenico stende una breve didascalica composizione tralasciante il naturalistico modo che raffigura lo spaziotempo nel quale si svolse l’esistenza di tale asperger talvolta lieta.
Ispirandosi a reminiscenze dantesche, lo scrittore si cala nei fantasy scenari presenti nell’ego autistico. Animate da Mastrodomenico, veritiere fotografie esalano variegati olezzi e si susseguono ospitando gli spiriti dell’oltretomba. Accompagnato da una bellissima musulmana le cui vesti spandono inusitate essenze orientali, un adone attraversa i luoghi ultraterreni. Arbusti o animali, in un insolito Eden, si sostituiscono gradualmente alle creature antropiche. In prima persona, l’invisibile poco gradevole protagonista commenta le vicende di tale attraente ventenne; coetaneo di questo personaggio appartato, Federico rimembra la propria gioventù. L’autore analizza servendosi pure dello sguardo di chi non è autistico e descrive totalmente la sindrome di Asperger.
Pubblicato nel 2021, “Il Mondo Perduto” denota la simbiosi straordinaria tra lo scrittore cinquantunenne e il computer. Assai simili alle tessere che si incastrano formando un mosaico melodico, staccati da regolari ridotte spaziature, i vocaboli dipingono ogni pagina vuota. Adesso, l’autore scrive un romanzo in cui egli sembra sperimentare nuove sensazioni. Nel “I Colori dell’Esistenza”, primo romanzo, gli autistici personaggi risultano protagonisti. L’asperger del “I Riverberi della Memoria”, invece, si avvale di un incantevole disinibito avatar mancante della cultura pregevole del Mastrodomenico di “Essere Sé Stesso”. Intervenendo ripetutamente, l’artista si confronta con la beltà di questo adone e palesa l’impossibilità di immedesimarsi nel perfezionato aspetto psicofisico.
Questo è, l’originale schema sintattico di Federico: consequenziali parole sospese soltanto dalla virgola che precede il termine riferibile a un inconfondibile vocabolo presente nella prima parte della frase, sezioni di periodo indicanti un soggetto, porzioni modali, proposizioni loco-temporali, incisi metaforici, due punti introducenti sia espressioni esplicative che elenchi, virgolette racchiudenti discorsi indiretti, corsivo atto ai dialoghi pensati.

Citazione

‒ La bassa vegetazione che ha appena sorretto i miei precipitanti piedi, probabilmente simile all’estesa imbiancata radura discendente nei verdi pendii, riproduce la sofficità di un pagliericcio. Calpestando i soffici rovi il cui candore avvolge le nostre sagome, conquisteremo tale prato. Sdraiandoci sulle morbide graminacee, scruteremo il sormontante Paradiso; vicinissime ai nostri padiglioni auricolari, le spighe frusceranno coprendo questi sibili laterali provenienti dal tetto dell’inferno…
‒ Siamo in un campo verde; credevo che si estendesse fin alle boschive adombranti chine, rischiarate dai paradisiaci lattescenti fasci luminosi. Delimitato dai vapori biancastri riempenti una forse enorme valle, tal piccolo terreno coltivato si mostra librato nel vuoto. Laggiù, però, potrebbe esserci un inscrutabile canalone ospitante altri titani ‒ asserisce la disillusa supponente donzella, osservando ciò che le appare davanti; guardando lo scenario ubicato dietro di lei, il giovane conferma ‒ Questa soglia, varcata stentatamente da noi, risulta inadeguata al passaggio di un ciclope. Il canuto rimproverante tizio è pure più basso di me.


Come è nata l’idea di questo libro?

L’improvvisazione è sempre stata, l’origine di ogni mio libro; essa determinerà necessariamente le mie future opere letterarie. Il mio tono didascalico, dissimulato sovente da dialoghi comunque aulici, predomina pressoché sempre. Anche nel finale di questo fantasy, perciò meno didattico dei miei romanzi precedenti, c’è una breve dissertazione scientifica sulla sindrome di Asperger. Improvviso però, lasciandomi guidare da una luce lontana e ubicata oltre la mia vita quasi buia. Ogni mio protagonista segue il suo risplendente ego e si distanzia quindi dalle ombre terrestri. Nel “I Riverberi della Memoria”, i personaggi sono avvolti dal bagliore divino; pur potendolo soltanto percepire, alcuni testimoniano tuttavia l’esistenza di ciò che mi ha adesso ispirato: la purificante eterea rasserenante essenza.


A chi lo consiglieresti, in particolare?

Questo romanzo ha già vinto tre premi letterari, valutanti sia la mia originalissima poetica scritto-pittura matematica che gli svariati contenuti espressi dall’isolato protagonista asperger e dai purificantisi dialoganti personaggi. Il legame quasi terreno della magnifica coppia antropica, Viola sembra non risultare soltanto la guida eterea dell’adone, potrebbe interessare anche i pochi lettori che non sono stati ancora attratti dai miei musicali paragrafi veristicamente descrittivi e dalle mie innovative teorie neuropsicologiche.


Dove e quando è stato scritto?

Quasi undici anni fa, iniziai questo viaggio ultraterreno; avevo appena completato “Il Mondo Perduto” che ho successivamente revisionato. Ho praticamente riscritto ogni mio libro, nella quiete di Castrovalva, da circa due anni prima della relativa pubblicazione. A gennaio 2015, subito dopo la stesura del “I Riverberi della Memoria”, ho iniziato a scrivere “Le Ombre della Luce”. Questa pianificazione mi consente di evolvermi correggendo egregiamente e in modo solitario.
Ho sempre vissuto a Castrovalva; questo paesino si trova nell’entroterra abruzzese della provincia dell’Aquila. Anche nel “I Riverberi della Memoria”, tal piccolo borgo viene talvolta minuziosamente descritto; molti scenari appartengono a questo paesino adesso apparentemente morto. Tale ex castello medioevale, nel 2014, offriva invece tantissimi spunti pure per questo mio psicologico romanzo fantasy. Credo che l’ispirazione nasca universalmente dai nativi luoghi in cui si cresce; anche abbandonate case permettono che un grande artista faccia rivivere persone estinte.


Quanto è stato difficile portarlo a termine?

Stendere i paragrafi dei miei libri, per me, è sempre facile e terapeutico. Il protagonista della mia precedente opera letteraria viene costantemente mosso dalla necessità di proseguire immergendosi nei suoi sogni luminosi; essi sembrano tanto lontani quanto reali. Nell’aldilà illustrato da me assai speranzoso, l’enigmatico Dante impersona il suo autore ispirato dal proprio inevitabilmente recludente asperger; il suo bellissimo avatar permette di attraversare luoghi che tale altamente funzionale autistico avrebbe solo potuto sognare. La mia lunga revisione del “I Riverberi della Memoria” è stata segnata da alcune mie vicissitudini che non hanno comunque compromesso il perfezionamento della mia scritto-pittura matematica. Il futuro degli asperger è mai roseo; ma, l’arte risulta sempre il nostro accelerante medicinale.


Quali sono i tuoi autori di riferimento?

Già nelle prime pagine del “I Riverberi della Memoria”, il lettore si accorge delle mie reminiscenze dantesche; fondamentalmente manzoniane, le mie strutture continuano a dipingere esponendo il mio pensiero leopardiano. Il sommo vate recanatese, voglio forse poco credibilmente precisare, non risulta soltanto il mio riferimento. Sono quasi, io stesso, Leopardi. Avverto le medesime emozioni di colui che scrisse “Il sabato del villaggio” o “La quiete dopo la tempesta”; mi sembra che queste liriche siano state scritte da me moderatamente adatto alla poesia. Visitando Recanati, mi è parso di stare a Castrovalva; la siepe dell’Infinito non mi fu affatto nuova. Essendomi lungamente pressoché soltanto dedicato a studi scientifici o musicali, ho trascurato gli autori “moderni”; per chiunque, i principali maestri della letteratura sono e resteranno però: Dante, Manzoni, Leopardi.


Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il mio futuro può essere soltanto letterario; esso è già nei miei libri la cui stesura è iniziata nel 2012. Dal 2017, ho revisionato le mie cinque opere letterarie; il mio progressivo miglioramento mi spinge a riscrivere facendo passare alcuni anni. Le mie originali strutture grammaticali, già con “I Riverberi della Memoria”, hanno quasi raggiunto la perfezione relativa alla mia scritto-pittura matematica. Vivendo fra persone presumibilmente poco adatte a leggere i miei romanzi anche scientificamente importanti, avverto una deleteria indifferenza che mi fa talvolta dubitare dell’utilità del mio lavoro; i social mi consentono però di mirare lontano.
La mia carente comunicazione non verbale, sempre, mi impedirà di vivere normalmente! Sia la mia pressoché inespressiva mimica facciale, sia la perenne conseguente incomprensione dei miei conoscenti, mi induce a ideare romanzi. La mia fantasia infinita, derivante dall’asperger, permetterà giammai di superare i miei alquanto gravi problemi relazionali. Quando ho cominciato a stendere il mio saggio, ho subito previsto che la mia esistenza sarebbe rimasta immutata; ma, scrivo pensando alla grande soddisfazione personale e ai secoli futuri. A nessuno, interessa la vita privata di Dante Alighieri il cui aspetto è tuttora surclassato dalla magnificenza della “Divina Commedia”! Scrivo restando inevitabilmente a casa; quindi, “sono” e sarò.


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