Le ombre della luce. Intervista a Federico Mastrodomenico – BOOKSWORLD

 

Le ombre della luce. Intervista a Federico Mastrodomenico

Presentazione del libro e intervista all’autore

Sia avvolti dal gradualmente incupentesi crepuscolo che allietati dalla recentemente conclusa Seconda Guerra Mondiale, i due protagonisti dialogano commentando le lettere spedite da Francesco Leopardi; irradiate dal camino riscaldante l’affumicata casa in cui l’introverso Federico istruisce il dodicenne Luca, esse illustrano la maturazione psicologica dell’incerto adolescente Francesco evolvente migliorando anche linguisticamente. Questo vate castrese, quarantacinquenne, attraversa gli Appennini e l’Atlantico. In molte delle sue prime missive, Leopardi racconta i fatti maggiormente importanti della storia di Castrovalva; in quelle successive, egli cessa di nominare i personaggi. Servendosi pure dei riferimenti mitologici, Francesco vive descrivendo le devastazioni di tale guerra risparmianti il suo medievale borgo natio; sembra perciò che lui sia mai voluto evadere completamente da esso.
Nipote del filosofante scrittore coevo dell’asperger Leopardi, l’autistico Luca ascolta suo zio che legge queste epistole narranti i trent’anni che vanno dal 1914 al 1945. Le idilliche vicende di Castrovalva si inseriscono nel mesto scenario nazionale, contraddistinto dalla riecheggiante “grande guerra” seguita dal fascismo sfociante nel catastrofico conflitto planetario.
Sia l’attenuatasi smania di romanzare nozioni scientifiche, sia l’affinato talento letterario, sembra non aver ridotto i tempi di stesura necessari per comporre “I Riverberi della Memoria” e “Il Mondo Perduto”. Iniziando da “Essere Sé Stesso”, saggio scritto quasi di getto, Mastrodomenico si è gradualmente migliorato stendendo “I Colori dell’Esistenza” e ha infine minuziosamente revisionato “Le Ombre della Luce”. Gli ottimizzati schemi grammaticali, nell’innovativa scritto-pittura velocizzata dalla fantasia autistica, continuano a essere così costituiti: incisi che assumono sovente un valore metaforico e restanti virgole demarcanti sezioni di frase. Queste porzioni rappresentano ciò: soggetto composito, modo, tempo, luogo, riferimenti a univoci vocaboli precedenti.
Sottogeneri vari, anche in tal romanzo di formazione, si amalgamano esibendo l’asperger geniale. Sia l’introspezione psicologica che la riproduzione veristica degli ambienti, mostra autistici comportamenti atti al raggiungimento di uno sfuggente futuro; poco umoristico, l’autore si esime dal redigere un altro trattato lirico di neuropsicologia concernente la sindrome di Asperger. Identificandosi con il sommo vate recanatese, Mastrodomenico sperimenta sentimenti inesplorabili.

Citazione

«Credo che “Pizzo Marcello” mi stia aspettando; non saranno però tali polverose gommate suole, gli appoggi che mi condurranno lassù! Un tempo, spolverate dai graffianti cespi posti sulla tortuosa via ciottolosa, queste tomaie scure permettevano che io vi ascendessi e conquistassi la testa voluminosa di quella granitica “aquila reale”. Calcati da me, reiterante escursionista, quei pendii hanno lacerato siffatte mie vecchie calzature! Raggiunto l’anello alberato, notavo come esso localizzasse la sommità dei robusti “artigli” sostenuti dalla sottomessa valle; simulando ampie ali cingenti l’inscrutabile appollaiata corporatura, tale semicircolare arduo terrazzino reclinava i miei piedi pronti ad arrampicarsi su per quell’estremità rocciosa. Udivo vocii, provenienti dalle castresi abitazioni arroccate sul pietroso dentellato “monte San Michele” pressoché confinante; riverberati dall’erta cima levigata ortogonalmente sia dalla pioggia che dalle folate incanalate dalla sussurrante “Montagna Grande”, essi ruotavano il mio giovanile volto le cui turchine iridi sembravano perdute. L’aspro effluvio spanto da rampicanti arbusti chiazzanti l’estesa sormontante altura, rischiarata dai gialli raggi solari, veniva inalato dalle mie narici i cui recettori acuivano la mia mente confusa. Le mie cavità nasali, anche adesso, sono sgombre! A quella epoca, però, le vicine declinanti brezze rimpicciolivano quell’enorme cresta che pare or slanciarsi verso gli astri. Addossatesi a questo liscio sedile sassoso, le mie malate membra vengono ancor più piegate dai miei ricordi luminescenti; cupe, le verdi piume incornicianti quel colossale “rapace” grigio rasentano la stella diurna e soffocano il lontano piccolo me morente».


Come è nata l’idea di questo libro?

Questo mio epistolare romanzo storico di formazione, differentemente dai miei libri precedenti, non nasce dal mio desiderio di esporre pure scientificamente la sindrome di Asperger. Per poter descrivere veristicamente luoghi diversi o assai distanti, raggiunti dal mio solito asperger itinerante, sono ricorso a lettere spedite da Francesco Leopardi che le scrive circa annualmente e anche più spesso.


A chi lo consiglieresti, in particolare?

Questo romanzo, sostanzialmente psicologico, è adatto per tutti i lettori amanti sia della scrittura creativa che dei libri nei quali sono presenti argomenti vari. La storia, soprattutto quella militare dei primi cinque decenni del ventesimo secolo, resta il tema principale. Avvalendomi della mia musicale scritto-pittura matematica, illustro poeticamente scenari reali altresì mai personalmente veduti. Le immagini satellitari, sovente, tracciano i percorsi dei miei evolventi personaggi.


Dove e quando è stato scritto?

Questo romanzo, come tutti i miei libri, l’ho scritto rimanendo stabilmente a Castrovalva. Questo piccolo borgo medioevale dell’entroterra aquilano, ci sono nato nel 1969, risulta protagonista di ogni mia opera sia letteraria che scientifica. Tal romanzo è stato steso, da dicembre 2014 a luglio 2016.


Quanto è stato difficile portarlo a termine?

Scrivere, per me, è terapeutico e quindi distensivo. Dopo il biennio necessario alla stesura del “Le Ombre della Luce”, altri circa trenta mesi hanno scandito la mia revisione certosina. Il mio talento innato, potenziato dal mio asperger, ha comunque evitato qualsivoglia difficoltà. Lo sforzo mentale, come in ogni ottimamente svolta attività, è stato rilevante.


La pianificazione ha avuto un ruolo importante?

La pianificazione non appartiene propriamente al mondo autistico; essendo asperger, pianifico lasciandomi guidare dalle mie intuizioni accompagnate da sensazioni sinestetiche.


Quanto è stato lungo il lavoro di editing?

Il lavoro di editing complessivo è esclusivamente mio; nessun altro correttore di bozze revisiona le mie opere letterarie. Quasi cinque anni della mia riflessiva vita inevitabilmente solitaria hanno originato “Le Ombre della Luce”; il grafico ha perfezionato la mia impaginazione word.


Quali sono i tuoi autori di riferimento?

Il protagonista asperger del “Le Ombre della Luce”, Francesco Leopardi, induce sicuramente a pensare che Giacomo Leopardi risulti il mio autore di riferimento. Il recanatese poeta compose l’Infinito, illustrando sia i suoi intralcianti luoghi selvosi che le sue speranze di superarli divenute poi effimere; anche se molto più piccola, Castrovalva è alquanto simile a Recanati. Diversamente da me rinunciatario, Giacomo tentava di esistere; il suo asperger era probabilmente meno grave del mio. Le mie strutture sintattiche, originalissime, derivano comunque da tutti quegli asperger scrittori studiati da me e allora giudicati soltanto depressi. Il pessimista Giacomo Leopardi era sì fisicamente malato; ma, aveva sufficienti espressioni facciali.


Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il mio futuro può essere unicamente letterario. Scrissi “Essere Sé Stesso”, nel 2012, per poter comunicare senza viaggiare esponendo la mia carente fuorviante espressività del volto. Subito dopo questo psicologico saggio filosofico, composi questi tre romanzi similari: I Colori dell’Esistenza, Il Mondo Perduto, I Riverberi della Memoria. Ho complessivamente realizzato un trattato di neuropsicologia principalmente atto all’illustrazione della sindrome di Asperger; la stragrande maggioranza dei miei conoscenti non ha però continuato a leggere i miei libri e la mia vita non è affatto cambiata. I miei circa dieci Premi vinti, sebbene abbiano valorizzato la mia matematica scritto-pittura quindi corretta, non sono bastati per quest’altro mio obiettivo non solo letterario: poter essere apprezzato dai miei conterranei, come l’unico scrittore che ha minuziosamente ben descritto Castrovalva e dintorni. Nella mia prossima opera certosina, una raccolta di racconti brevi, ci saranno altri scenari. L’asperger rimarrà prioritario; in qualità di rarissimo esperto di autismo ad alto funzionamento, potrò giammai esimermi dallo spiegare universalmente me stesso.

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