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Essere Sé Stesso. Intervista a Federico Mastrodomenico
Presentazione del libro e intervista all’autore
Federico
Mastrodomenico è nato a Castrovalva, nel 1969; questo piccolo paese situato
nella provincia dell’Aquila, ha plausibilmente contribuito tanto al
“trionfante” conseguimento della maturità scientifica quanto all’avvilente
ritiro universitario. Abbandonando gli studi ordinari, però, Mastrodomenico non
ha rinunciato alla cultura.
Svolto
l’obbligatorio servizio militare, Federico si è appassionatamente dedicato alla
musica; con l’avvento di Internet, lui ha incominciato a cimentarsi
nell’autodidattico approfondimento di queste dissimili discipline: informatica,
neuropsicologia, arredamento. L’utilizzo dei sonori sintetizzatori elettronici,
rileva parzialmente l’artistica sensibilità di tal autore; incrementata anche
dai mestieri edili, essa si ostenta nell’impiego dei software adatti ai
progetti degli interni delle abitazioni.
Dopo aver
navigato in quasi cento siti web, analizzanti i disturbi autistici, Federico
diagnostica la sua sindrome di Asperger.
Consapevole sia del suo alto potenziale intellettivo che delle sue difficoltose
interazioni sociali, Mastrodomenico scrive “Essere Sé Stesso”.
Citazione
Mediante
questo saggio psicologico filosofico, Federico racconta tutte le fasi della
propria vita. Le narrazioni relative al suo servizio militare, sono circa
esattamente descritte da lui; negli altri capitoli, egli ricorre invece ai
brevi flash di un passato impressosi poco nella mente. I ricordi dell’infanzia,
sono rappresentati dalle metafore rievocanti un periodo colmato sia dalla gioia
che dal dolore; le crisi epilettiche idiopatiche, non hanno quindi cancellato
quel gioco di colorate immagini che illuminano l’animo dell’immaturo asperger.
I
paesaggi, sembrano richiamare le Bucoliche di Virgilio; Castrovalva, compare in
ogni situazione spaziotemporale. Codesto borgo, indubitabilmente, ispira le
ambientali illustrazioni di Mastrodomenico. La talvolta velata autoironia,
aggiuntasi all’irrinunciabile umorismo, si muta gradualmente in sarcasmo. I
rari punti esclamativi, preludono al finale nel quale appare una società
affollata dai loschi individui che contrastano le anonime benevole persone
oneste.
Sono
rarissimi, gli autistici che possono esporre la loro condizione psicofisica;
usufruendo di un alto funzionamento rasentante la normalità, Federico ha
scritto tal autobiografia in cui si svela un’affezione ignorata quasi dalla
psichiatria. Le virgole, pure esse osteggianti la disfasia, seguono queste
regole: separare il soggetto, unirsi a inequivocabili termini precedenti,
distinguere le porzioni aventi un senso logico, formare un inciso. Il geniale
Mastrodomenico, deve essere sé stesso.
Questa forma di autismo, in alcune funzioni, permette di superare l’umano utilizzo delle capacità intellettive. Federico ha sempre percepito l’arcana energia dell’universo; mai, lui riesce però ad approssimarsi a essa. Perforate le tenebre notturne, nel sogno, tale forza sembra tuttavia illuminare disagevoli territori.

Come è nata l’idea di questo libro?
Indotto da una mia amica psicologa, nei
primi mesi del 2012, iniziai a scrivere questo psicologico saggio filosofico sul
pressoché totale scibile umano ed innanzitutto sulla ridefinita sindrome di
Asperger verificata dal mio asperger non allora diagnosticato. Rimembrando quasi
tutti gli episodi della mia esistenza, ho praticamente riscritto l’autismo ad
alto funzionamento; mentre mi avvalevo della mia gradualmente migliorata scritto-pittura
matematica, esponevo le mie intuizioni che superavano sempre le ufficiali poco
veritiere teorie derivanti dalle spesso confuse testimonianze invece attendibili
degli HFA e dei rarissimi asperger.
Provenivo dal mio fallimentare ultimo
ventennio colmo anche di precedenti fasi depressive, surclassate però dal mio
eccelso iter liceale; frequentando l’università, mi sono accorto del mio
ipofunzionante ippocampo accentuato dalle lezioni qui numerose necessitanti di
un apprendimento immediato. Limitato dal mio autismo caratterizzante
precedentemente soprattutto le mie compromesse interazioni sociali, mi
riferisco sia alla mia amigdala iperattiva che ai miei infiammati nervi
cranici, mi stavo distruggendo dedicandomi ad attività esiguamente adatte al mio
scientifico artistico talento prodotto essenzialmente dal lobo occipitale.
Attraverso la mia originalissima scrittura creativa, ho virtualmente ottenuto
quelle lauree che avrei mai potuto avere e che sembrano davvero valere meno
delle mie intuizioni geniali.
A chi lo consiglieresti, in particolare?
Scrissi “Essere Sé Stesso”, per
raccogliere le mie apparenti deduzioni scaturenti dai miei studi svariati e indotti
dalle approssimative teorie altrui. Continuo purtroppo a desiderare che tal saggio
venga letto da tutti i medici della psiche; quindi, anche da quelli che tendono
ad occultarmi impedendo di capire l’origine sia del mio inevitabile isolamento
sociale che delle mie intellettive lacune derivanti dalla mia deficitaria memoria
di lavoro e dalla mia lenta elaborazione tuttavia poi efficacissima. Basterebbe
leggere questo libro steso da me esordiente, ugualmente premiato, per comprendere
questa causa primaria della mia asocialità ingannevole: nervo facciale e
trigemino. Vorrei che ogni mio conoscente possa ignorare i ciarlatani ed intendere
la mia vera sindrome di Asperger illustrata dall’armoniosa arte variegata della
mia pittura poetica.
Dove e quando è stato scritto?
“Essere Sé Stesso”, come tutti i miei
libri, è stato scritto da un asperger dimorante nella silenziosamente
assordante Castrovalva. A settembre del 2012, dopo tre mesi, avevo già
completato la prima stesura.
La pianificazione ha avuto un ruolo importante?
Ho revisionato “Essere Sé Stesso”,
parecchie volte; all’inizio, pianificavo nulla. Volevo soltanto migliorare la mia
grammatica che il mio ventennio di studi musicali aveva quasi fatto diventare illeggibile.
Dopo l’ultimazione delle bozze di tutte le mie opere d’arte letterarie, ho
definitivamente riscritto questo peraltro subito pubblicato saggio.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
A circa otto anni dalla pubblicazione
di “Essere Sé Stesso”, ripeto che il mio futuro è tanto letterario quanto
scientifico. Avrei preferito che i miei libri avessero convinto tutti i
neuropsichiatri che si sono purtroppo sovente fossilizzati sul concetto ormai atavico
dell’autismo; pubblicate tutte le mie opere, ho ricevuto letterari riconoscimenti
artistici concernenti solo storia e psicologia. Per conoscere l’autismo,
occorre avere competenze in neurologia; essa deve essere integrata da formule e
gli psicologi capiranno giammai compiutamente il disturbo pervasivo dello
sviluppo.
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